In altri articoli su Psicologo Melzo e Psicologo Novate abbiamo visto quali siano le fasi di passaggio dal gioco "normale" al gioco patologico, i fattori di rischio e le tipologie di giocatori, oltre che in quali modi sia possibile provare ad uscirne.
Volendo entrare più nel dettaglio del funzionamento della mente, cerchiamo di capire come si sviluppa l'abitudine al gioco: la risposta è nelle teorie dell'apprendimento. La psicologia si è molto occupata di teorie dell'apprendimento, cercando di spiegarci come facciamo ad imparare e come farlo meglio.
Una di queste teorie ci spiega che la capacità di fare delle previsioni (e quindi, emotivamente, ad avere aspettative) nasce perché impariamo dall'esperienza ad associare alcuni comportamenti ad eventi che ne derivano, soprattutto se veniamo "premiati" in qualche modo.
In pratica: se imparo che da un mio comportamento deriva un qualcosa per me piacevole, tenderò a riproporre il mio comportamento più facilmente. Quello che però potrebbe sembrare strano, è che la forza e la durata dell'apprendimento sono maggiori quando il "premio" non è costante, ma quando la ricompensa è intermittente, imprevedibile e di entità variabile.
In psicologia, questo meccanismo si chiama "reward learning", o "rinforzo intermittente a intervalli casuali"... Ma nella nella vita di tutti i giorni si chiamano "gratta e vinci", "lotteria", "lotto", "superenalotto" "gioco d'azzardo", "slot machines" ecc. ecc.
In pratica, succede che le volte in cui si verifica una vincita (pensate al gratta e vinci, al lotto...) sono più salienti, vengono ricordate di più e meglio.
Ovviamente, chi si occupa dei premi dei vari gratta e vinci o delle Slot Machines, conosce bene questi meccanismi, per cui studiano i premi in modo che non diventino né troppo facili né troppo difficili da vincere. O meglio, che non si vinca né troppo spesso né troppo poco, che è la ricetta migliore per far nascere la propensione e l'abitudine al gioco.