Coronavirus, scuola, bambini e mascherine. Quali prospettive?
Mai come quest'anno la riapertura della scuola si tinge di speranze e preoccupazioni legate alle sorti dei bambini, all'uso delle mascherine e ai timori per il coronavirus.
I bambini sono rimasti senza scuola da marzo (e molti già da fine febbraio), vero che in qualche modo si è cercato di limitare i danni con la didattica a distanza, ma vivere la scuola è una questione che trascende l'apprendimento, che implica la relazione, la socializzazione... e al contempo, implica utilizzare precauzioni per evitare il diffondersi del coronavirus.
Si tratta di due dimensioni che agiscono come forze opposte. Da una parte il bisogno (anche dei genitori) di ripartire con una frequenza regolare a scuola, dall'altro evitare il diffondersi del coronavirus: è noto che le scuole sono focolai di influenze stagionali e malattie infettive, perchè i bambini si muovono, vengono a stretto contatto (anche con mucose, saliva...) e condividono lo stesso ambiente chiuso per numerose ore.
Davanti a questa situazione legata alla scuola, alle mascherine, ai fantasmi del coronavirus, alle modalità di riapertura, gestione ed eventuali chiusure, siamo costretti a fare i conti con la dimensione dell'incertezza, una variabile che appare dominante da quando il coronavirus è entrato nelle nostre vite, sia per l'imprevedibilità degli eventi, sia per la breve durata delle norme più certe (ricordiamoci di quando in primavera le nostre esistenze erano scandite da decreti a cadenza quindicinale).
L'incertezza ci espone maggiormente al senso di impotezza, di angoscia e di perdita del controllo, ma proprio per questo occorre imparare a conviverci, nella consapevolezza che siamo in una fase di convivenza col coronavirus. Convivenza, significa "vivere con", e quindi "vivere". Ovviamente, se i bambini rimanessero a casa da scuola e non frequentassero altri luoghi esterni alla loro abitazione, così come i loro genitori, si ridurrebbero di molto le probabilità di contrarre coronavirus e altre patologie, ma si ridurrebbe ancor di più il lloro benessere psichico, emotivo e, conseguentemente, anche fisico.
Nonostante la diffusione del virus, ci sono molte persone che ne negano presenza e pericolosità, per cui ovviamente ritengono inopportuna e dannosa ogni misura di contenimento del Coronavirus poichè incide sulla qualità della vita, e in questo caso soprattutto su quella dei bambini a scuola: non si tratta della posizione di chi scrive, che anzi, pensa a quanto la psicologia debba veicolarsi come aiuto all'assunzione di comportamenti utili e responsabili (si veda articolo legato all'uso delle mascherine)
Ma come coniugare insieme la necessaria presenza di misure di prevenzione del contagio da coronavirus, e cioè l'uso delle mascherine, con il mondo della scuola e dei bambini?
Un primo grande ostacolo è costituito dal fatto che i bambini hanno un bisogno di movimento decisamente superiore a quello di noi adulti: mi chiedo come sia possibile tenere seduti dei bambini (anche alla scuola per l'infanzia) per tutta la giornata scolastica aggiungendo anche l'uso della mascherina. Ne viene penalizzata grandemente la didattica, che soprattutto nella scuola primaria deve partire dall'esperienza, dalla percezione sensoriale e tattile (si pensi, per esempio, alla matematica),... situazioni che a causa del virus possono essere pesantemente limitate e censurate (non è possibile maneggiare materiale comune).. e bisogna quindi affidarsi alle maggiori capacità di adattamento dei bambini e a nuove strategie da parte del mondo della scuola.
Non è infatti possibile procedere come sempre si è fatto, ignorando la presenza del virus e l'approssimarsi del periodo autunnale/invernale.
Servono quindi soluzioni "intelligenti", cioè che permettano di affrontare la situazione nel miglior modo possibile e nell'interesse di tutti.
Alcune strategie sono già in vigore, come ingressi e uscite scaglionati.
Anche sui famosi banchi si è tanto discusso (e speso).... a volte è sufficiente disporli in maniera differente per ottenere soluzioni utili a basso impatto economico.
Le mascherine possono non essere indossate in classe, se vi è il rispetto della distanza di sicurezza... è importante poter fruire dell'intera espressione del viso, soprattutto per i più piccoli.
Ai genitori si deve chiedere di non caricare d'apprensione il rientro a scuola (i bambini e i ragazzi ne sono mediamente molto felici), perchè cioè renderebbe l'esperienza scolastica fonte di ansia, di paura, di pericolo al punto da doversi guardare dall'altro come pericoloso. Spiegare le regole condivise dalla scuola, aiutarci nell'adattamento, è un processo che ci riguarda tutti. Nella speranza che sia una situazione non destinata a durare troppi anni, ricordiamoci quanto è cambiato il mondo dopo l'11 settembre 2011 e come ora ci appaia del tutto normale sottoporci ai controlli agli imbarchi, a non portare liquidi, a passare sotto metal-detector.