Coronavirus, mascherine e finestre rotte: una lezione di psicologia
Parafrasando Gregory Bateson potremmo chiederci, leggendo il titolo, che cosa connetta me a voi lettori con la psicologia al coronavirus, alle mascherine e a delle finestre rotte?
Coronavirus, mascherine e finestre rotte
Andiamo con ordine: da febbraio 2020 la parola "Coronavirus" è entrata in modo stabile e permanente nel nostro vocabolario e nelle nostre vite, costringendo qualcuno a perdite dolorosissime e tutti a cambiare molte abitudini quotidiane, tra cui l'uso delle famose mascherine quando si esce di casa.
Ora, quando si cerca di capire e sensibilizzare i comportamenti umani, non possiamo prescindere dalla psicologia, come dimostra anche il grande proliferare nei mesi scorsi di ricerche di psicologia che cercavano di capire emozioni, rappresentazioni mentali e atteggiamenti delle persone nei confronti del Coronavirus.
Adesso arriviamo alle finestre rotte e alla psicologia, perchè dal 14 luglio il Governo ha limitato l'obbligatorietà delle mascherine ai luoghi chiusi o a contesti che, seppur all'aria aperta, non consentano un adeguato distanziamento sociale per evitare il diffondersi del Coronavirus
Succede che però ci si dimentica in fretta, in modo selettivo, dell'emergenza vissuta la scorsa primavera, e che molte persone, quelle che non vivono nelle zone che sono state più duramente colpite, non hanno avuto la chiara percezione di quanto stesse accadendo (un conto è sentire le notizie, un conto è esser in zone in cui l'unico rumore è quello delle ambulanze e si contano persone ricoverate e defunte).
L'uso delle mascherine viene ritenuto superfluo, il coronavirus un fenomeno mediatico e non grave, arriva l'estate, la psicologia la vuole come stagione dei divertimenti, noi abbiamo sempre in mente le finestre rotte, infatti qui ci viene in aiuto la cronaca di metà agosto. Da un'isola greca in cui hanno fatto vacanza, tornano a casa sette 19enni italiani risultati positivi al Coronavirus al rientro in patria.
Uno di loro ha dichiarato:
"Noi le mascherine le avevamo portate dall’Italia e le prime volte che siamo andati in discoteca le abbiamo anche indossate. Ma eravamo gli unici e gli altri ragazzi ci guardavano come se fossimo dei marziani. Così alla fine le abbiamo tolte"
Ecco le famose finestre rotte!
La teoria delle finestre rotte è una teoria psicologica risalente all'inizio degli anni '70 grazie a una serie di interessanti esperimenti nei quali si evince che un contesto ambientalmente degradato induce maggiormente a delinquere, così come è più facile che ognuno di noi possa gettare a terra un piccolo rifiuto se il pavimento su cui passeggia è già sporco, ma non lo faremo se ci troviamo in un ambiente molto pulito e ordinato.
Il primo esperimento, di Zimbardo, consistette nel parcheggiare due automobili identiche in tutto per tutto in due quartieri della stessa città: un quartiere residenziale e uno periferico e degradato. Mentre l'automobile parcheggiata nel quartiere residenziale non subì alcun danno, la sua sfortunata gemella venne danneggiata e smontata nel giro di pochi giorni. SI può attribuire il fatto alla maggior presenza di criminali e povertà nel quartiere degradato? Sì. Ma l'elemento più curioso deriva dal fatto che gli psicologi ruppero il parabrezza della macchina nel quartiere residenziale, e da quel momento anche questa auto venne rapidamente depredata.
Torniamo a noi, per chiarire la connessione tra coronavirus, lezioni di psicologia, mascherine e finestre rotte: tutto questo ci insegna che rispettare le misure di sicurezza, come indossare le mascherine, oltre a proteggere gli altri da un punto di vista sanitario, aiuta anche la collettività a mantenere i comportamenti prescritti. Pensateci: se foste gli unici a non avere la maschera in una festa di carnevale, come vi sentireste? Allo stesso tempo, essere gli unici con la maschera in una festa dove tutti non la portano sarebbe altrettanto imbarazzante... tendiamo a uniformarci.
Ecco la lezione di psicologia quindi... grazie alla teoria delle finestre rotte abbiamo capito perchè per arginare il coronavirus è importante indossare correttamente le mascherine protettive nei contesti richiesti anche come azione di educazione sociale