Un film sul libero arbitrio o sulla libera appartenenza?
Il tema della libera scelta e del diritto alla scelta?
I medici di un ospedale si rivolgono al Tribunale per ottenere il permesso di poter effettuare delle trasfusioni ad un ragazzo diciassettenne gravemente malato: il ragazzo e i propri genitori si oppongono al trattamento sanitario in quanto le trasfusioni sono proibite dalla congregazione dei testimoni di Jeova, di cui la famiglia è parte e condivide integralmente i principi.
Senza anticipare nulla sul film che non sia già intuibile dai trailer o dalla trama, la scelta del giudice si baserà sul principio costituzionale e internazionale di agire nel “superiore interesse del minore”: verranno quindi autorizzate le trasfusioni.
Pur essendo interessante la parte del dibattimento un aula, da cui emergono i diversi punti di vista meritevoli di più approfondite digressioni, non vi sono elementi nel film che portano ad una souspance rispetto al verdetto. La scelta del giudice, anche in base ai precedenti verdetti a cui si assiste nel film, non sembra essere mai stata in dubbio.
L’idea di non creare un pathos crescente e di non rendere la scelta del magistrato l’elemento principale del film, è coerente col fatto che sono altri i temi emergenti dal film di Richard Eyre (a sua volta basato sul romanzo di Ian McEwan, “La ballata di Adam Henry”).
Altri spunti di riflessione
Gli spunti di riflessione sono molteplici, tra cui per esempio
- il rapporto tra lavoro e vita privata che rappresenta un importante fattore di crisi nel matrimonio del giudice (tra l’altro, dopo “Il diavolo veste Prada”, Stanley Tucci ritorna ad essere protagonista nei panni di un uomo all’ombra di donne in carriera e molto sposate col proprio lavoro)
- il tema del libero arbitrio e dell’autodeterminazione
- il dibattito tra libero arbitrio e credenze religiose
- l’utilità e l’importanza dell’ascolto del minore durante i procedimenti che li riguardano
L'importanza fondamentale dell'appartenenza
Al centro della vicenda narrata però vi è un altro tema, quello del bisogno di appartenenza.
Solo contestualizzando le vicende all’interno di questa ottica, è possibile comprendere meglio diversi punti.
Per esempio, durante l’udienza, il padre del ragazzo spiega come la congregazione abbia avuto un ruolo decisivo nel salvare lui e la moglie da percorsi di vita pregiudizievoli.
Uno dei motivi per cui il ragazzo e i genitori rifiutano la trasfusione è la conseguente disapprovazione a cui andrebbero incontro da parte del resto della comunità religiosa.
Ma soprattutto, è il tema del bisogno di appartenenza, a mio avviso, a poter spiegare l’atteggiamento del ragazzo nel confronto del giudice: a sua volta, tale ricerca di relazione è data, come ben verbalizzato dal ragazzo, da dubbi e domande che l’adolescente si pone relativamente alla propria famiglia.
E come si spiega la fine del film? Che cosa determina l’agire di Adam nella parte finale del film?
Anche in questo caso, la risposta emerge dal comprendere che cosa, sul piano del sentirsi appartenente, non abbia funzionato.