L'abuso sessuale: che cosa è...
Per abuso sessuale si intende il coinvolgimento (considerata anche l’esposizione) in attività sessuali, fisiche o psicologiche, di una persona non in grado di scegliere perché sottoposta a costrizione fisica/psicologica e/o perchè non consapevole delle proprie azioni (ad esempio per via dell'età, di una particolare condizione psicofisica, etc.).
Tale coinvolgimento deve esser operato da una persona preminente, cioè in una posizione superiore rispetto alla vittima in termini di capacità di comprendere le azioni che si stanno intraprendendo.
..e la specificità di quando la vittima è un minore
Quando si parla di abuso su minori, è palese che tale asimmetria è data dall’età della vittima in confronto a quella dell’abusante (anche l’abusante può esser minorenne, ma se vi è una differenza di età tale da introdurre differenze nella capacità di cogliere quanto accade e di decidere con cognizione di causa, è comunque da considerarsi abuso).
La vittima non è in grado di compiere una reale scelta, o perché non ne ha le competenze cognitive ed emotive, o perché l’abusante è in una posizione di potere.
Le caratteristiche dell'abuso
Tutti gli abusi, e specialmente quelli su minori, sono caratterizzati da alcune variabili.
La mancanza di consenso (e una precisazione doverosa)
La parola “consenso” non deve trarre in inganno: con tale vocabolo non ci si riferisce solo al fatto che se la vittima non verbalizza o dimostra espressamente un dissenso allora può essere automaticamente definibile consenziente. Un vero consenso è da intendersi in termini più cognitivi che concreti: un bambino non ha la capacità di astrazione e di “teoria della mente” per capire quanto gli sta accadendo, né delle conseguenze (“come mi sentirò?”, “che cosa cambierà?”, “che cosa succederà?”) .
Anche quando il minorenne è un adolescente, bisogna considerare quanto in questa fascia d’età si vivano emozioni, sentimenti e vissuti dirompenti e ambivalenti, che possono portare a considerare, da parte dell’adulto, alcuni comportamenti come seduttivi o istigatori.
Alcune caratteristiche cognitive ed emotive portano le vittime in uno stato di confusione talmente elevato che non riescono a integrare quanto vivono... se si pensa ad un’adolescente che potrebbe anche provare a tratti piacere nell’abuso (si pensi ad una sedicenne che viene abusata da un uomo più grande col quale pensa di avere una relazione paritetica), alternati a intensi sentimenti dolorosi: diventa difficilissimo per una vittima avere una posizione netta. Si tratta di una situazione fortemente ambigua che nel futuro genera sensi di colpa e disorientamenti devastanti.
La mancanza di uguaglianza
Tra vittima ed abusante vi sono evidenti disuguaglianze su molteplici aspetti: anagrafiche, fisiche, capacità cognitive e senso di responsabilità. Inoltre, talvolta vi sono anche variabili di “status”: gli abusanti non di rado hanno una posizione di potere (insegnanti, allenatori, genitori...) o di popolarità (sia a livello mediatico, ma anche a livello molto locale, “il bello della scuola”)
La costrizione
La costrizione più potente non è quella fisica, la maggior parte degli abusi su minori non è agita mentre la vittima si ribella attivamente e fisicamente, La costrizione è spesso l’esito di una violenta manipolazione psicologica: l’abusante solitamente o promette molto in cambio dell’atto sessuale, o al contrario minaccia di far perdere la relazione. L’abuso che più nella mente comune corrisponde ad uno stupro realizzato con la forza fisica che prevale su quella della vittima è una realtà esistente, ma in proporzione minore.
L'ingiunzione del segreto
Si tratta di una vera e propria violenza psicologica: l’abuso è sempre caratterizzato dalla richiesta dell’abusante alla vittima di mantenere il segreto su quanto accaduto, o sulla relazione, anche in questo caso agito sia con promesse o con minacce.
Pubblicherò altri articoli su questa realtà ancora molto diffusa dalle molteplici sfumature e su come previre