"Femminicidio" e "violenza sulle donne" sono due espressioni molto in voga ultimamente, sia per i tristi e noti fatti di cronaca, sia per le proposte di legge che vorrebbero mirare a ridurre questi fenomeni.
Da un punto di vista psicologico, credo che buona parte di questi episodi hanno radici molto lontane nelle storie delle donne vittime di violenza, radici che affondano spesso in storie di bambine vittime di violenze e abusi, che purtroppo crescono imparando che la violenza è comunque una modalità relazionale tipica dell'amore, o che si sentono confermate nella propria immagine o si sentono "viste" e riconosciute solo se vittime... questo spiega come mai molte donne sottoposte quotidianamente a violenze non riescano a denunciare e ad allontanarsi dal partner maltrattante.
In questo articolo di Psicologo a Melzo e Psicologo a Novate ci occupiamo però di un altro dato inquietante, e cioè l'espandersi di un fenomeno chiamato "Dating Violence", cioè la violenza del motivo per cui le si sta provando, appaiono immotivate rispetto alla situazione specifica che si sta vivendo nelle relazioni sentimentali tra adolescenti.
Una ricerca condotta nel 2010 negli Stati Uniti ha evidenziato che il 19% degli studenti di alcune scuole di Boston aveva usato violenze sul proprio/a partner, abusandone anche fisicamente (con calci, spinte, pugni) nel mese precedente l'intervista.
In Italia la situazione è purtroppo simile: uno studio promosso dal Telefono Azzurro rivela che il 30% degli adolescenti denuncia di aver subito in modo continuativo insulti e minacce dal proprio partner. Le minacce maggiori sono quelle di venir lasciate se ci si comporta in modo diverso da quello richiesto dal proprio ragazzo.
Si tratta soprattutto di violenze psicologiche, mentre quelle fisiche sono presenti in maniera molto più ridotta.
Il problema delle violenze psicologiche è che sono ugualmente pericolose, ma ancora più subdole, perché si fatica a comprendere quanto sia sbagliato e dannoso il comportamento di chi le agisce, creando quindi confusione, vergogna, spesso anche senso di colpa
Ecco una breve lista di sintomi di cui soffrono le persone che sono sottoposte alle violenze del proprio partner:
Dal punto di vista emotivo, avere emozioni quali paura, ansia, angoscia, panico, paura di morire, sensi di colpa, rabbia, irrequietezza. Spesso non si è consapevoli dell'origine di questi vissuti, che non si riescono a ricondurre
Dal punto di vista comportamentale, si possono avere cambi di umore bruschi e repentini, crisi di pianto, scoppi di rabbia e conseguente tendenza a isolarsi. Si verificano anche problemi di sonno (insonnia, incubi) e di alimentazione (spesso si vomita, che ha una valenza di "rifiuto"). Una delle aree più colpite è ovviamente quella della sessualità, dove si registrano diminuzione dell'interesse ma anche diminuzione dell'attenzione alle precauzioni
Dal punto di vista psicosomatico, lo stress continuo può generare dolori addominali o cefalici (mal di pancia, mal di testa...), ma anche sofferenze intestinali e infezioni (lo stress diminuisce le risorse delle difese immunitarie) specialmente alle vie urinarie e vaginali
Dal punto di vista della propria identità, si ha un crollo dell'autostima, si pensa di non essere degni di amore e di attenzione, di non valere niente, si può sviluppare un'impotenza nei confronti della quotidianità. Proprio per questo aumentano i rischi di consumo di droghe, alcol e comportamenti autolesivi (tagliarsi, idee suicidarie...)