Una forma di violenza subdola e dai lunghi tentacoli
In un precedente articolo relativo ai maltrattamenti sui minori, si citava la violenza assistita come una delle forme di maltrattamento.
Tra le forme di maltrattamento, la violenza assistita è stata riconosciuta come reato solo in tempi troppo recenti, benchè fossero note da molto tempo le conseguenze negative per i bambini che ne sono vittime: si tratta infatti di una violenza più subdola e ingannevole, perchè non agita a livello fisico direttamente sui figli.
La violenza assistita è infatti l'assistere, da parte di un bambino, ad atti di violenza domestica tra genitori o altri familiari, per esempio sentendo un genitore che minaccia l'altro, oppure vedere un'aggressione fisica o anche percepirne gli effetti pur non avendo assistito in diretta al fatto.
Questo è un punto molto importante, perchè si sottovaluta spesso il fatto che un bambino sappia cogliere gli esiti di un episodio e di una relazione violenta pur anche se non fisicamente presente al momento del gesto. Diversi bambini riferiscono di essersi resi conto del fatto che fosse successo qualcosa di brutto vedendo schizzi di sangue o schegge di stoviglie sui pavimenti, ma anche vedendo segni sul corpo del genitore o cogliendo il suo umore.
Come reagiscono i bambini alla violenza assistita?
Non vi sono mai reazioni univoche e standard.
Generalmente emergono segnali di malessere profondo, che si riversano soprattutto nell'ambiente scolastico: un bambino maltrattato infatti tende ad avere difficoltà scolastiche e nelle relazioni con gli altri. Questo accade anche perchè i bambini tendono a manifestare reazioni emotive molto intense e angoscianti, come la paura e la collera,
Conseguenze nel breve-medio termine
I bambini col tempo però assumono un ruolo più attivo nelle dinamiche violente della coppia genitoriale, per esempio:
- tendenza a imitare il genitore violento, sia nei confronti dell'altro genitore, sia nelle relazioni con i pari: diventano irrispettosi, aggressivi e minacciosi. I comportamenti ostili verso il genitore percepito come vittima possono essere frutto di un'imitazione diretta, ma anche perchè col tempo questi viene visto come non protettivo, non in grado di proteggere anche il bambino, oltre che se stesso: maturano a questo punto atteggiamenti di delusione e quindi ostiltà.
- all'opposto, possono cercare di proteggere il genitore vittimizzato, cercando di non lasciarlo da solo (e questo spiega le difficoltà di frequenza scolastica per questi bambini) o cercando di calamitare su di sè le attenzioni dell'altro genitore. I bambini a volte cercano fisicamente di intromettersi nelle colluttazioni tra i genitori per interrompere l'escalation e rischiando di venir a loro volta coinvolti;
- per non appesantire le preoccupazioni e le ansie del genitore vittimizzato, e per non rischiare di far arrabbiare quello che di solito aggredisce, i bambini si sforzano di non dare alcun motivo di preoccupazione, diventando "iper adattati": cercano di essere perfetti, cioè invisibili;
- quanto appena riferito, si può manifestare nel bambino un comportamento adultizzato, cioè caratterizzato da atteggiamenti molto responsabili e di cura verso il genitore percepito come vittima o i fratelli
Conseguenze a lungo termine
Gli effetti della violenza assistita possono radicarsi nel modo in cui il bambino (che sarà un ragazzo e un adulto) percepisce e si relaziona con gli altri.
Loro malgrado, si tratta di bambini che apprendono nella propria famiglia che la violenza è consentita e utilizzabile, che offendere e minacciare l'altro è una modalità relazionale che serve per controllare l'altro.
Affetto e possesso diventano quindi pericolosamente sovrapposti, e non si è più in grado di vivere il primo senza il secondo.
Inoltre, proprio per questo motivo, bambine vittime di violenza assistita possono diventare più facilmente ragazze e donne vittime di rapporti violenti.