Finchè il caffè è caldo e psicoterapia

Che cosa connette la psicoterapia con un buon caffè caldo? Un libro, che si intitola appunto “Finché il caffè è caldo”. È stata una ragazza, durante una seduta di psicoterapia, a parlarmene, dicendo che quanto stava accadendo le ricordava un libro appena letto, “finché il caffè è caldo”, “perché questa psicoterapia mi fa sentire un po’ come nel bar di quel libro, per come si torna al passato stando nel presente e questo cambia il futuro”.
Psicoterapia, caffè caldo, viaggi nel tempo: “decisamente un libro da leggere”, mi sono detto.
Effettivamente ho trovato “Finché il caffè è caldo” un’ottima metafora del lavoro che si fa in psicoterapia.
Il libro parla di un bar in cui sedendosi su una specifica sedia, su cui si avvicendano le persone, durante un tempo ben preciso (finché il caffè è caldo, appunto), è possibile rivivere un momento preciso della propria vita. Un momento in cui si pensa di avere sbagliato qualcosa con qualcuno, di avere fatto la cosa sbagliata, di non avere fatto quella giusta. Rimorsi, rimpianti, ricordi dolorosi: fardelli del passato che pesano sul presente e adombrano il futuro.
Già questo è molto metaforico del lavoro in psicoterapia, che avviene in un luogo preciso e con un tempo determinato.
Anche le storie dei protagonisti di “Finché il caffè è caldo” sono del tutto sovrapponibili alle storie che le persone condividono in psicoterapia: chi rimpiange un amore finito, chi soffre ancora per un lutto lontano nel tempo, chi ha problemi relazionali con i propri familiari, chi teme di non essere un buon genitore.
I personaggi di “finché il caffè è caldo”, come le persone in psicoterapia, compiono un viaggio nel tempo che è anche un viaggio interiore.Nel libro finchè il caffè è caldo c’è un’altra regola precisa, come in psicoterapia, o meglio, come nella vita reale: andare nel passato non comporterà la possibilità di cambiare gli eventi.
Quindi che utilità ha questo viaggio nel tempo che unisce finché il caffè è caldo e psicoterapia
È questa una delle obiezioni preferite dei detrattori o degli scettici della psicoterapia: che vado a fare dallo psicologo? Nessuno mi può ridare la persona che ho perso… non cambia gli eventi…
Vero, non abbiamo poteri magici, la componente magica differenzia finché il caffè è caldo e psicoterapia
Nel libro la protagonista inizialmente dà voce a queste obiezioni
Possiamo lavorare insieme alle persone sulle emozioni, sulle percezioni, su quali bisogni sono stati non visti, non colti, non soddisfatti, su quali possibili altre azioni avremmo potuto fare, quali altre risorse possiamo attivare nel presente, per modificare alcuni automatismi che grazie al viaggio nel tempo impariamo a riconoscere, per iniziare a modificarli, a provare a cambiare punto di vista e modo di reagire alla realtà.
Come nel libro finché il caffè è caldo, anche in psicoterapia dare significati diversi agli episodi vissuti permette di percepirli differentemente e quindi viverli con un’emotività diversa, e, infine, a comportamenti differenti.
Ovviamente le persone non arrivano, se non rarissimamente, in psicoterapia con richieste così definite, così come i personaggi di “Finché il caffè è caldo”, spesso le persone non sanno che cosa aspettarsi di preciso, e anche questo è già di per sé un lavoro terapeutico, quello di capire che cosa si vuole per sé.
Godetevi quindi il caffè, e se serve, il viaggio della psicoterapia, il viaggio dentro di voi.

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