Gli psicologi psicoterapeuti degli studi di Melzo e Novate possono aiutarvi a superare la depressione e altri disturbi dell'umore
Sono depresso?
Sentirsi sempre tristi, soli, senza speranza, non aver voglia di fare niente, difficoltà ad alzarsi al mattino perché non si ha voglia di affrontare gli altri e anche se stessi, non avere interesse per niente senza riuscire a godersi le gioie o le passioni che prima erano fonte di soddisfazione. A volte compaiono anche stati d'ansia, forti sensi di colpa e un'intensa rabbia.
Oltre all'insonnia, si ha difficoltà a mangiare, c'è spesso una perdita di peso, e un progressivo ritiro dalle relazioni sociali, affetive e lavorative. L'autostima crolla e, nei casi più gravi, si perde la voglia di vivere.
Per alcune persone queste caratteristiche possono durare in modo stabile, per altre essere occasionali e cicliche, e possono durare per anni.
Sono queste le caratteristiche con cui si identifica la depressione a livello di pensiero comune, e, per certi aspetti, si tratta di sintomi che caratterizzano parte dei disturbi dell'umore da un punto di vista di diagnostico.
La diagnosi della depressione
La depressione, come tutte le altre psicopatologie, è catalogata all'interno di un manuale chiamato DSM (che in Italiano è una sigla che significa "manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali").
In realtà, non esiste un'unica forma della depressione, le diagnosi sono tante e dipendono da molti fattori, tra cui quanto durano gli stati depressivi, quali sintomi li caratterizzano (la depressione, per esempio, in alcune sue forme, è detta "bipolare" perché chi ne soffre passa dall'apatia a forme maniacali ed euforiche).
I pericoli della diagnosi
Il DSM stabilisce chi è malato e chi no. Questo, a nostro avviso è un problema. Ad esempio, l'omosessualità era considerata una malattia fino a circa 30 anni fa. Pare che per la quinta edizione, vogliano includere tra le patologie anche la tristezza e la sofferenza per un lutto (pensate se includessero, per esempio, anche la "depressione natalizia").
Se una persona soffre ed è ritenuta malata, gli si dà la medicina, lo sappiamo fin da quanto siamo bambini. Le medicine per i depressi si chiamano psicofarmaci, e su questo bisognerebbe aprire un capitolo, di cui nel sito ci siamo occupati in un articolo intitolato "Il diritto alla tristezza", e anche in un articolo dove approfondiamo le scoperte relative a nuovi "software" ("Un software per la depressione: utilità o marketing?").
A questo aggiungiamo, che una ricerca dell'Organizzazione Mondiale della Sanità dimostra come l'assunzione di psicofarmaci, sempre più crescente, non favorisce una diminuzione della depressione, anzi aumenta il numero di diagnosi di depressione.
La ricerca evidenzia come le percentuali di guarigione dalla depressione siano più alte nei paesi in cui si usano meno gli psicofarmaci (Whitaker, 2013)
Si può guarire da soli?
Chi soffre di depressione molto spesso può pensare che non ci sia soluzione al proprio malessere, oppure, al contrario, che possa guarire da solo. In parte è vero che la depressione, per le sue caratteristiche, può attenuarsi nel tempo, ma tende poi a ripresentarsi ciclicamente.
Pensare di poter curarsi da soli è rischioso soprattutto per due motivi:
- si prolunga la propria sofferenza,
- si rischia di avere dei peggioramenti, perché la frustrazione e il senso di inefficacia che si prova per non riuscire a stare meglio, peggiorano sia l'umore che l'autostima.
Uno degli elementi più pericolosi per il depresso e i suoi familiari è pensare che si tratti di una questione di volontà: pensare che basterebbe solo un po' di voglia e impegno per stare meglio non fa che alimentare la depressione nel momento in cui invece la situazione non cambia
Perché rivolgersi ad uno psicologo e ad una terapia per vincere la depressione?
L'obiettivo del nostro lavoro, come psicologi e psicoterapeuti, è fare stare meglio le persone che soffrono, che si sentono "depresse".
Per noi, stare meglio significa anche riuscire a fare meno degli psicofarmaci.
Molte persone, abbandonati gli psicofarmaci, hanno dichiarato di essersi sentite più in contatto con se stesse e con le proprie emozioni, e di esser tornate ad esser più attive e presenti nelle relazioni.
Sia chiaro non stiamo dicendo che gli psicofarmaci vadano totalmente eliminati:
Pensiamo che la persona debba essere totalmente consapevole dei loro effetti positivi e negativi, e che la depressione non si può risolvere giocando al piccolo chimico.
Nel nostro lavoro cerchiamo di capire quali sono le reali cause alla base della sofferenza della persona e quali meccanismi permettono alla depressione di rimanere attiva, stando attenti anche a capire se ci sono dei vantaggi che nascono insieme alla depressione, per discuterne con la persona e accompagnarla in un percorso di miglioramento.
L'esperienza della depressione molto spesso permette alle persone, una volta che guariscono e stanno meglio, di avere una maggior e più approfondita conoscenza di sé, che permette loro di affrontare più serenamente il futuro.
Spesso le persone depresse sono persone molto geniali e creative, e dopo la depressione queste risorse rifioriscono anche meglio di prima.