L'inserimento all'asilo tra pianti dei bambini e sensi di colpa dei genitori
Il punto di vista dello psicologo: un'esperienza comune
Grazie alle nostre collaborazioni come psicologi e psicoterapeuti in asili, scuole materne ed elementari, abbiamo potuto notare come uno dei momenti più delicati e ricchi di fatiche e sofferenze per i bambini, ma soprattutto per i genitori, è l'inizio dell'anno scolastico, quando il bambino piange disperatamente e non vuole andare a scuola
Si consumano vere e proprie battaglie per riuscire a convincere il figlio ad andare e rimanere a scuola, con i genitori che poi si allontanano col mal di pancia e gonfi di sensi di colpa dopo che il proprio bambino piangente li abbracciava supplicandoli di non lasciarlo all'asilo.
Le vicende si complicano quando poi il bambino riferisce di non trovarsi bene in classe, per colpa delle maestre o perché gli altri bambini lo picchiano o lo isolano. A questo punto, i genitori si chiedono se sia meglio cambiare scuola.
Giusto cambiare asilo o cambiare scuola?
Il parere dello psicologo
A volte ai genitori può sembrare che la scelta di cambiare asilo o scuola al figlio possa essere una soluzione per farlo stare meglio.
Nei nostri studi di psicologia a Melzo e Novate, quando qualche genitore ci chiede una consulenza in tal senso, cerchiamo di capire a fondo la situazione per capire il disagio sia del bambino che dei genitori stessi, per poterli mettere in grado di risolvere il problema: è indispensabile infatti conoscere bene ogni singola storia per evitare il rischio di fornire facili generalizzazioni.
Tuttavia, siccome spesso durante gli incontri nelle scuole o negli asili ci viene chiesto se cambiare scuola o asilo può servire, condividiamo in questo articolo il nostro pensiero.
Dando per scontato che il confronto con le insegnanti di classe sia sempre utile per capire meglio come stia il figlio a scuola, ci sembra che, laddove non ci siano gravi elementi di difficoltà o disagio, cambiare scuola quando il figlio piange possa non essere utile, anzi, può rivelarsi diseducativo in quanto il bambino impara tre messaggi negativi da questa esperienza:
- il bambino impara che piangendo, facendo i capricci e protestando può ottenere quello che vuole, addirittura di cambiare scuola
- il bambino, dalla scelta di cambiare scuola, impara che se la realtà non gli piace è possibile modificarla e cambiarla.
- infine, anziché imparare ad affrontare i problemi, il bambino impara un'altra modalità con la quale relazionarsi alle difficoltà, che è la via di fuga.
La nostra idea è infatti che l'inserimento alla materna o alle elementari può realmente essere per il bambino una fonte di stress e di frustrazione in tali casi (magari è la prima volta che deve relazionarsi ad altri bambini per lungo tempo), ma, come dicevamo anche in occasione della gelosia tra fratelli, imparare a tollerare le frustrazioni e reagirvi per superarle è necessario nella vita, anche perché prima o poi capitano e non sempre è possibile scappare uscendone indenni.
Oltretutto, quando il bambino riuscirà a superare le difficoltà iniziali, sperimenterà anche il senso di soddisfazione e acquisirà fiducia in se stesso.