Ansia e senso di colpa: sono i due ingredienti principali che spingono i genitori a cercare di (iper)proteggere i propri figli nel miglior modo possibile, evitando loro ogni forma di pericolo, di rischio, di errori e di frustrazioni.
Il problema è che la realtà non è mai completamente controllabile, né quella domestica, né, soprattutto, quella esterna, quella del mondo, quella che si costruisce nella relazione con gli altri.
Intendiamoci, è del tutto istintivo, naturale e corretto proteggere i propri figli, curarci del loro benessere e della loro felicità, ma a volte il rischio è che queste tendenze sconfinino in una mania di controllo del genitore, che cerca di proteggere il bambino da ogni forma di rischio o frustrazione.
Alcuni esempi:
- seguirlo in ogni suo primo passo per paura che possa cadere,
- fare i compiti al posto loro se non hanno voglia o se non si sentono capaci,
- vestirli anche se sono capaci di farlo in autonomia per velocizzare i ritmi,
- preparare loro la cartella (alle medie o alle superiori) evitando così dimenticanze e note,
- chiamare i suoi compagni di classe per avere informazioni sui compiti.
Abbiamo fatto molti esempi sulla scuola perché è la dimensione su cui le famiglie si attivano maggiormente e molti contattano i nostri studi di Psicologo a Melzo e Psicologo a Novate.
In realtà, queste situazioni hanno radici già nei primissimi mesi di vita, perchè alla base c'è sempre la tendenza all'iper controllo e all'iper protezionismo dei genitori, sebbene cambino i contesti in cui si manifestino.
Privare i bambini della possibilità di sbagliare significa non permettere lo sviluppo del senso di responsabilità e nemmeno la capacità di prevedere le conseguenze delle proprie azioni e di sapere valutare il rischio delle situazioni in cui si trovano.
Sarebbe utile, quando come genitori ci viene da intervenire, riflettere su quali siano le conseguenze peggiori immaginabili in quella situazione: quasi sempre si vedrà che non è a repentaglio la salute o il benessere del figlio, ma che probabilmente potrebbe far tesoro dell'esperienza per evitare di rifare un certo errore in futuro.
Si aiuta cioè il bambino a responsabilizzarsi.
Questo vale nella prima infanzia, durante le scuole elementari e medie, nell'adolescenza e nell'età adulta, perché così facendo li metterete in grado di imparare l'insegnamento più importante, cioè apprendere dall'esperienza e dell'essere capaci di prevedere l'esito delle loro azioni.