Si tratta di uno dei dilemmi più comuni nel mondo della primissima infanzia, su cui, come sempre, opinioni e correnti di pensiero interne a psicologi, pediatri, puericultrici e pedagogisti sono molto diverse e spesso contraddittorie.
A parer nostro non si tratta di una questione così rilevante, ma vorrei presentare una ricerca di psicologia pubblicata su "Basic and Applied Social Psychology" e riguardante il rapporto tra ciuccio ed emozioni
Una ricerca su ciuccio ed emozioni
Ad un gruppo di donne sono state mostrate diverse foto di bambini con e senza ciuccio, ed in entrambi i gruppi vi erano bambini sorridenti e bambini tristi.
Le donne dovevano valutare su una scala di punteggio quanto quel bambino o bambina che vedevano in foto fosse triste o felice.
I dati riportano che i bambini sorridenti vengono percepiti come meno felici se hanno in bocca il ciuccio, così come anche quelli tristi appaiono meno tristi se in possesso di un ciuccio.
In pratica, sembra che il ciuccio in bocca offuschi la percezione dell'emozione del bambino, sia essa positiva o negativa, agli occhi del genitore.
Le donne che dovevano valutare le foto avevano diversi elettrodi sul viso per controllare i muscoli facciali, utilizzati come parametro di valutazione delle risposte emotive delle donne durante la visione del bambino in foto.
I risultati riferiscono di una minor sintonia tra le emozioni delle donne e quelle dei bambini quando questi hanno in bocca il ciuccio.
Gli psicologi hanno quindi concluso che la presenza del ciuccio rende meno accurata la percezione dell'emozione agli occhi delle donne e, di conseguenza, esse non reagiscono in modo emotivamente sintonizzato con le emozioni del bambino.
In sintesi, il ciuccio riduce la possibilità di comprendere e rispondere adeguatamente alle emozioni del bambino e interferirebbe negativamente nel legame madre – figlio.
Questo è quanto dice la ricerca... a mio avviso vi sono delle importanti variabili da considerare: un conto è valutare una foto di un bambino e un altro è poterlo vedere dal vivo, ma soprattutto è molto diverso il fatto di avere davanti un bambino generico o il proprio figlio.
Detto questo, è vero che la postura facciale di un bambino con in bocca il ciuccio sia una variabile che agisce sulla percezione (e quindi sulla reazione) del genitore, ma non ne farei una questione così determinante, in fondo, a nostro parere come psicologi e psicoterapeuti sistemici, nemmeno allattare al seno(o non farlo) è psicologicamente rilevante per il legame madre-figlio, nel senso che la relazione si co-costruisce su un insieme di varabili molto più complesse.