La psicologia aiuta a capire ed evitare alcuni comuni errori nei risparmiatori
Non di solo razionalità vive l'uomo economico
La relazione tra psicologia ed economia è dimostrata dal fatto che in tre occasioni (2002, 2013 e 2017) i Premi Nobel per l'economia siano andati a 3 psicologi (Daniel Kahneman nel 2002, Robert Shiller nel 2013 e Richard Thaler nel 2017), autori di importanti studi sull'economia comportamentale.
Quel che emerge è che anche in settore molto "obiettivo", legato a numeri e ferree leggi di mercato,
i processi decisionali che le persone utilizzano per le proprie scelte economiche (risparmi, investimenti, spese...) sono dettate anche da fattori tutt'altro che matematici. L'emotività o altre caratteristiche psicologiche possono infatti spingere a compiere scelte errate.
Tre errori comuni, ma con cause diverse
Prendiamo il caso dei risparmiatori. Per esempio, insistere nel mantenere titoli o azioni che hanno un andamento negativo consolidato è infrangere uno dei più basilari principi dell’economia del risparmiatore. Come mai accade? Le ragioni principali, a livello psicologico, possono essere due:
-la “paura del rimpianto”, cioè il timore che una volta venduti, i titoli fino a quel momento in picchiata, riprenderanno ad aumentare di valore, provocando il classico “ ecco, lo sapevo che dovevo aspettare"…. si tratta di un meccanismo psicologico tipico anche in alcune situazioni di dipendenza da gioco, per esempio con le slot machine, dove non si smette di giocare per timore che “se poi vince chi arriva appena dopo di me ho buttato via tutti i soldi”.
-il non riuscire ad ammettere i propri errori: rinunciare a una scelta che si sta rivelando perdente significa in primis ammettere di aver sbagliato, ma siccome per alcune persone pare essere una storia proibita, pur di non dichiarare (anche solo a se stessi) l’errore, si persevera fino alle estreme conseguenze. Come antidoto, sarebbe opportuno fissarsi un limite di quantità di valore o di tempo oltre cui vendere i propri titoli in perdita.
Molto comune è l'errore opposto, più tipico di chi ha un forte bisogno di controllo e/o un forte senso di autoefficacia. Chi ha queste caratteristiche psicologiche, incorre più facilmente nell'errore di movimentare in modo troppo frequente i propri capitali, ricorrendo a frequenti operazioni di compra/vendita delle proprie azioni. Tale scelta nasce dall'idea di anticipare il mercato, di non limitarsi a seguirne l'onda: questo ci fa sentire più in controllo delle proprie scelte e di non subire i movimenti finanziari. In realtà, anche qui si viola una delle regole base per i risparmiatori, ovvero di movimentare troppo il proprio denaro.
Anche l’imitazione, pur essendo una funzione basilare e fondamentale nei processi di apprendimento, rischia di portare a fallimenti: se cerco di copiare una persona che ha risparmiato o guadagnato molti soldi cercando di ricalcarne alcune mosse, posso facilmente compiere errori legati alla non completa conoscenza della strategia della persona da cui si cerca di imparare, o dalle diverse premesse di partenza (psicologiche, di competenza….) che portano a mal interpretare alcune informazioni sulle quali si prendono decisioni.