Psicologia, ecologia e comportamenti
Uno dei paradossi dei nostri tempi è rappresentato dall'apparente disinteresse delle persone nei confronti dell'ambiente.
Liquidare la questione come una forma di menefreghismo generale dovuto alla natura egoistica dell'uomo è secondo me tanto riduzionistico quanto sbagliato e soprattutto inutile: fermarsi a questi giudizi non consente di fatti la possibilità di cambiare comportamenti e situazione ambientale.
In primo luogo, i messaggi catastrofici (seppur reali) sulle condizioni dell'ambiente non permettono alle persone di rendersi effettivamente consapevoli della situazione, proprio perché, come già visto su Psicologo Melzo e Psicologo Novate, messaggi troppo minacciosi o spaventanti ottengono l'effetto contrario (per approfondire, clicca qui)
Se si percepisce il disastro ambientale come troppo minaccioso e fuori controllo, le persone sono portate a considerarlo troppo ingestibile ("è tutto inutile... per cui perché dovrei impegnarmi se è inutile?") o a attivare meccanismi psicologici di difesa, come la negazione.
In un altro articolo sul sito Psicologo Melzo Psicologo Novate abbiamo presentato quali siano le caratteristiche per una comunicazione ambientale più efficace
Un altro fattore che può aiutare l'assunzione di comportamenti utili è la facilità con cui essi possono essere adottati: sistemi di informazione, di avviso, di logistica...
Per esempio, nella raccolta differenziata spesso vi sono dilemmi su dove vada buttato questo o quel contenitore: "dove butto il cartone del latte? Nella carta? O il tetrapak va nella plastica? O nell'indifferenziata?".
Inoltre, se si chiede ai cittadini una minuziosa differenziazione senza facilitarli, l'iniziativa sarà boicottata (per questo è importante fornire anche contenitori appositi e che non implichino l'utilizzo di mezzo monolocale per la spazzatura domestica)