22 luglio 1946: la nascita dell'OMS e il benessere psicologico

Il benessere non è solo assenza di patologia. Il ruolo dello psicologo

Oggi, 22 luglio, è il compleanno dell'OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, agenzia fondata dall’ONU il 22 luglio del 1946, con l’obiettivo di promuovere il raggiungimento del livello maggiore possibile di salute per tutte le popolazioni della Terra.
Appare evidente che l’obiettivo sia molto lontano dall’essere raggiunto.
A essere interessante è però la definizione di salute, e, per quel che riguarda più un taglio psicologico della questione, quella di salute mentale. La salute non è concepita come status opposto a quello di malattia, come assenza di patologia, ma come un raggiungimento di benessere completo: fisico, mentale e sociale.
Come si considera invece, da un punto di vista più psicologico, il benessere mentale?
La promozione del benessere psicologico ed emotivo non rappresenta un tentativo di eliminare emozioni e vissuti faticosi e dolorosi: essi fanno parte della vita e hanno la loro utilità, come ci ricorda anche il cartone animato Inside out
Non è tentando di preservare i bambini dalle frustrazioni che si ottiene il benessere emotivo. Questo van inteso come una condizione nella quale la persona è in grado di poter utilizzare al meglio le proprie capacità cognitive, emotive e relazionali in connessione con i propri contesti di vita.

Esempi di ricadute emotive sulla vita quotidiana

Un esempio forse può essere utile: quando un bambino vive in un ambiente sereno, più facilmente può investire nella scuola, a partire da una serenità di fondo che gli permette di essere libero da altri pesi e distrazioni. Un bambino che, al contrario, vive in un contesto familiare segnato da tensioni, violenze o in un clima di guerra fredda, tendenzialmente sarà più in difficoltà anche a scuola, perché le proprie attenzioni e preoccupazioni sono focalizzate altrove. Questo vale anche per gli adulti: pensate a quando un importante momento di difficoltà personale, per esempio un lutto, ci porta a essere maggiormente ritirati o “distratti” in altri campi della nostra vita: quando si hanno priorità emotive rilevanti, è come se le altre funzioni e risorse psicologiche si attutissero. Pensate a un soldato che combatte in trincea, non avrebbe né tempo né modo di organizzare la festa di compleanno della moglie... è impegnato a sopravvivere fisicamente.

L’OMS ha prodotto vari studi dai quali emerge quanto le malattie afferenti alla psicopatologia siano sempre più presenti e persistenti.
Abbiamo riflettuto in altri articoli su questo aspetto, tra cui "Guaribilità o cronicizzazione?"

Resta il fatto che quasi mezzo miliardo di persone soffrono di “disturbi mentali”. In Europa i decessi per suicidio sono maggiori di quelli degli incidenti stradali (e non è perché su quest’ultimo fronte si siano raggiunti ragguardevoli soglie di sicurezza).
Tutto questo ha un impatto anche economico, come scritto in un articolo di Psicologo Melzo e Psicologo Novate rispetto al problema della solitudine in Inghilterra

Dall'OMS allo studio dello psicologo

Nel lavoro di psicologo e psicoterapeuta molto spesso lavoriamo con persone che non stanno soffrendo per una psicopatologia (attacchi di panico, ansia, depressione), ma con persone alle prese con difficoltà relazionali, nella coppia o in famiglia, o con difficoltà connesse ad alcune scelte da compiere o passaggi critici del ciclo di vita: si tratta di esempi come il lavoro con lo psicologo possa aiutare a raggiungere il benessere inteso non come antitetico a una situazione patologica, ma come aumento della qualità della vita.

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