Avvertimenti pericolosi... (perchè inefficaci)
Avvisi come questi sono ormai molto diffusi nella nostra quotidianità, anche perchè non c'è pacchetto di sigarette che non riporti messaggi del genere, visto la normativa in vigore.
Le dimensioni di questi avvisi variano (a seconda della nazione) tra il 30 e il 50% della superifice della confezione.
In Australia, Brasile, Canada, Cile, Perù, Egitto, nelle asiatiche Malesia, Mongolia e Singapore, ma anche nazioni europee come Belgio, Lettonia, Turchia e Regno Unito in cui oltre alle scritte sono obbligatorie anche le immagini, come nella foto che riportiamo
Ovviamente, l'intento del legislatore è quello di rendere consapevoli i consumatori dei danni che il prodotto in questione arreca loro: l'idea alla base della campagna informativa è che più una persona è informata, più potrebbe dissuadersi dal compromettere la propria salute. Per questo motivo, se oltre all'avviso si forniscono anche delle immagini esplicite, l'effetto dovrebbe essere ancor più facilmente raggiunto.
In realtà, il fatto che l'industria del tabacco non abbia riportato cali in seguito a questa campagna, dimostra che la psicologia umana non funziona in modo così lineare:
potrebbe sembrare stupido perseverare nel consumo di prodotti nocivi: dire stupido, dal punto di vista clinico, è come fare una diagnosi: dà un giudizio, ma non aiuta a capire.
O meglio, qual è il significato di "fare delle cose stupide"?
Non parliamo solo del fumo, ma di tutti i comportamenti pericolosi e quotidiani a cui ci esponiamo pur sapendo dei rischi: guidare scrivendo e leggendo messaggi su cellulari e smartphone per esempio...
Dobbiamo pertanto assumere che la nostra psicologia non ci fa decidere i comportamenti solo su basi logiche, ma anche (e soprattuto) su basi emotive e su principi di piacere.
Detto questo, tornando a concentrarci sulla psicologia degli annunci, perchè questi risultano poco efficaci?
Anzi, spesso tali annunci possono indurre i consumatori ad acquistare maggiormente i prodotti.
Questo perchè si crea un effetto psicologico di rassicurazione e fiducia che i consumatori sviluppano nei confronti dei produttori: siccome è onesto e mi avvisa, mi fido, e siccome mi fido, compro da lui.
questo è, banalizzato, il processo psicologico alla base del fallimento delle campagne di avvertimento così rindondanti.
Gli avvisi possono essere efficaci nei primi periodi e per consumatori occasionali. Quadno però gli acquisti sono ordinari (e più spesso quotidiani) invece si crea l'effetto "fiducia", che contrasta e prevale su quello dissuasivo che era nella mente del legislatore.