Gli incontri con i genitori degli asili nido e delle scuole materne presso cui abbiamo prestato e prestiamo consulenze psicologiche sono segnati da alcune costanti…
In particolare, sono le preoccupazioni per alcuni comportamenti dei figli primogeniti a tenere in ansia i genitori:
il bambino, o la bambina, dopo uno sviluppo emotivo e comportamentale senza problemi, improvvisamente sembra regredire, parla come quando era piccolo, diventa aggressivo, torna a fare la pipì a letto, oppure è molto aggressivo, rabbioso, o depresso.
Molto spesso, questi comportamenti si manifestano dopo la nascita di un fratellino o di una sorellina. Quali sono quindi i comportamenti che più caratterizzano la gelosia dei bambini e che preoccupano i genitori?
Una delle modalità più tipiche in cui la gelosia si esprime è rappresentata da attacchi di rabbia:
il bambino urla, scalcia, può diventare molto capriccioso. I capricci invece, per quanto siano insopportabili e fastidiosi da sopportare, rappresentano un (maldestro) tentativo di richiamare a sè le attenzioni dei genitori. Diciamo che se il bambino in questione è molto piccolo è più facile che si lasci andare ad attacchi di rabbia, che rappresentano un modo per sfogarsi e cercare di liberarsi da una sofferenza che non è ancora in grado di gestire diversamente.
In alcuni casi, non rari, si possono verificare anche aggressioni dirette contro il fratellino/sorellina. A volte si tratta di azioni “premeditate”, ma spesso possono essere comportamenti inizialmente teneriche si concludono in modo brusco: un bacio che diventa un morso, una carezza che diventa uno schiaffo… questi comportamenti esprimono molto bene l’ambivalenza che il figlio maggiore prova verso il nuovo arrivato: non è solo rabbia, ma anche affetto, ed è difficile per un bambino far coesistere questi opposti.
Verso il fratellino si possono verificare anche atteggiamenti denigratori: il fratellino ha un nome brutto, è tonto, gli mancano i denti, si sporca, non è capace di stare in piedi o di scrivere… svaluta in pieno il fratello, un po’ come fa la volpe con l’uva nella favola di Esopo… oppure, un’altra possibilità, è che il fratellino venga totalmente ignorato.
A volte, l’oggetto delle ire e degli attacchi rabbiosi del bambino può essere uno dei due genitori, la mamma in particolare. Ovviamente è meno pericoloso se la rabbia viene diretta contro un adulto che non contro un neonato, ma il problema può aggravarsi se la madre vive con sensi di colpa la nascita del secondo figlio, perché se il primogenito coglie le insicurezze materne, potrebbe convincersi di avere veramente subito un torto con la nascita del fratellino.
La stessa dinamica può manifestarsi con, al posto della rabbia, una totale indifferenza o, al contrario, una pressante richiesta di attenzioni.
Probabilmente i comportamenti più preoccupanti riguardano le regressioni comportamentali: tornare a farsi la pipì a letto (enuresi notturna) o sporcarsi le mutandine dopo aver abbandonato il pannolino già da tanto tempo, ritorno ad un linguaggio più infantile, recupero del biberon, del ciuccio, perdendo delle aree di autonomia che aveva già ampiamente guadagnato (mangiare - lavarsi da solo).
Tali comportamenti si accompagnano spesso ad un maggior numero di “incidenti”, come cadere più spesso, farsi male… situazioni che consentono al bambino di richiamare l’attenzione dei genitori e, secondo alcuni autori psicoanalitici, di autopunirsi per la cattiveria dei propri sentimenti.
Può capitare che le regressioni lasciano spazio alle somatizzazioni: ad esempio il bambino può smettere di mangiare, perdere peso, oppure avere dei malanni come piccole febbri, mal di pancia, mal di testa…
Un altro aspetto della regressione riguarda l’accentuarsi o il ripresentarsi di paure e timori, specie nei confronti di animali o mostri. Le paure possono esser così intense da far svegliare il bambino di notte o renderne difficile l’addormentamento.
Ci sono altri comportamenti che possono esser indice di gelosia, comportamenti apparentemente meno preoccupanti, perché si concretizzano in un’apparente maggior maturità, per cercare di esser più apprezzato e valorizzato, oppure in una sorta di iper premurosità ed esagerata affettuosità verso il fratellino: non vorremmo dare l’idea che ogni comportamento sia interpretabile come sintomo di gelosia.
Quando parliamo di esagerata affettuosità intendiamo che il bambino, nel mostrare affetto, è molto invasivo (un abbraccio che soffoca), ma soprattutto il primo genito è molto stanco, esausto, perché è emotivamente molto faticoso mascherare i propri sentimenti negativi.