La temperatura agisce anche sui nostri processi cognitivi, non solo umorali
Lunedì, piove... connubio micidiale: la ripresa della settimana ed il maltempo.
Al contrario, un lunedì soleggiato a volte può dare una carica di energia... (o far aumentare rimpianti e arrabbiatura per il week end piovoso appena trascorso).
È un esempio banale, ma aiuta a comprendere come a volte il meteo incida sull’umore.
In questo articolo però non parliamo di quella che viene detta meteoropatia, cioè l’incidenza delle condizioni ambientali sull’umore, ma su come la temperatura paia poter incidere sul nostro cervello.
In particolare, caldo e freddo intensi possono avere ripercussioni negative anche sui nostri processi decisionali ed emotivi.
Tutto ruota attorno al ruolo che il glucosio agisce a livello energetico, sia nell’attività cognitiva, sia nei processi di autoregolazione della temperatura:
quando è molto caldo, il glucosio interviene permettendo una serie di azioni finalizzate ad abbassare la temperatura esterna e scongiurare colpi di calore, mentre quando al contrario la temperatura esterna è molto bassa, il glucosio serve a produrre calore.
Un utilizzo massiccio di glucosio per queste funzioni di regolazione della temperatura corporea comporta una sua minor disponibilità nelle aree cerebrali (così come avviene quando in fase di digestione sono gli organi dell’apparto digerente a richiedere maggior energia ed è per questo sconsigliato praticare attività fisica importante per non bloccare il processo digestivo).
Non nella temperatura, ma nella relazione tra temperature....
Ovviamente questo non significa che nelle estate calde e negli inverni freddi agiamo tutti come dei decerebrati: il processo di ambientamento del nostro organismo è solitamente rapido e stabile. Sono i cambi repentini di condizioni a crearci più difficoltà, questo spiega quelle giornate “sonnolente” o da “andamento lento” che viviamo con i primi caldi, lo stordimento del cambio di stagione o la sonnolenza nelle giornate più fredde.
Soprattutto, questo ci spiega perché d’estate patiamo tanto non solo fisicamente l’uscita da ambienti con aria condizionata molto forte al caldo esterno.
Per il resto, un romanzo molto carino di Pierre Szalowski, "Il freddo modifica la traiettoria dei pesci", racconta come un’ondata di gelo di tre giorni in una grande città possa capovolgere vite e destini di diverse persone, con buona pace dei processi mentali rallentati.