L’adolescenza è un’età notoriamente critica per i ragazzi che la vivono e per le loro famiglie. La ribellione, i contrasti, i conflitti, le discussioni, le prime trasgressioni… spesso sono i motivi che spingono i genitori a chiederci un consulto come psicologi e psicoterapeuti a Melzo o Novate.
Questi aspetti sono solo uno dei tanti volti dell’adolescenza, un volto che però sembra, nella mentalità comune, essere prevalente su tutti gli altri.
Non possiamo pensare di ridurre questa età della vita solo ad atteggiamenti ribelli, ma, al di là questo, l’errore più comune che il pensiero comune compie nei confronti dell'adolescenza, è di considerarla come una sorta di bomba ad orologeria, una spada di Damocle che prima poi si abbatte sulla vita delle famiglie, come se l’adolescenza fosse un qualcosa che si materializzasse dal nulla.
A nostro avviso, il modo in cui un ragazzo o una ragazza vivono l’età dell’adolescenza
si inserisce totalmente nel tessuto familiare esistente, non può prescindere da quella che è stata la vita e la storia della famiglia fino ad allora, e diventerà un nuovo capitolo della vita familiare che porterà diversi cambiamenti a tutto il sistema familiare.
Fatta questa doverosa premessa, quali significati hanno i comportamenti ribelli degli adolescenti? Le turbolenze che si verificano nelle relazioni tra genitori e figli adolescenti sono una sorta di laboratorio, di “prove di autonomia” che i ragazzi mettono in atto nel tentativo di rivendicare una maggiore autonomia e una libertà di movimento relazionale.
Attenzione, l’obiettivo degli adolescenti non è di estraniarsi dalla vita familiare o di rompere i legami con i propri genitori, come abbiamo visto in un altro articolo.
Se ci fate caso infatti, i conflitti principali coi genitori sono sempre legati a questioni quotidiane e ordinarie, come i soldi, orari di rientro, aiuto in casa, ordine e pulizia, amicizie…: si tratta di temi che per gli adolescenti sono di vitale importanza, ma che non comportano scontri su grandi valori o aspetti morali che possono mettere in discussione o intaccare il legame affettivo di fondo.
É come se si individuassero delle aree, dei temi o degli argomenti che possono essere resi un terreno di scontro, dove la questione in gioco non è tanto rientrare alle 11 piuttosto che alle 2, ma è la possibilità di poter dire dei no, di frequentare persone nuove e fare qualcosa scelto in autonomia… Molte volte queste libertà sfociano in alcuni errori, ma anche la possibilità di sbagliare e di sapersene prendere la responsabilità è un modo per potersi sentire “differenti”, sentirsi “altro” dai propri genitori. É come se dire di no significasse dire “sono diverso da voi”.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
Confalonieri E., & Scuratti, G. (2002). Adolescenza e compiti di sviluppo. Milano: Unicopli
Pietropolli Charmet G. (2000). I nuovi adolescenti. Padri e madri di fronte a una sfidaœ. Milano: Cortina