Che cosa caratterizza il disegno di un bambino che inizia le scuole elementari?
Il disegno come prerequisito per la scrittura
L’ingresso alle elementari è una tappa molto importante nella vita di un bambino: cambiano le routine, le richieste da parte del contesto scolastico, aumentano spesso le aspettative da parte dei genitori... Inizia soprattutto a crearsi, molte volte, una sorta di attesa rispetto agli apprendimenti e/o preoccupazioni rispetto al loro mancato raggiungimento. In particolare, imparare a leggere e scrivere sono attività su cui vi è un alto investimento cognitivo ed emotivo.
La scrittura è un’attività molto complessa che richiede l’integrazione di tantissime funzioni, di cui fanno parte anche gli apprendimenti maturati dallo scarabocchio disorganizzato all’evoluzione del disegno, focus di questo articolo.
Esplicitiamo che le abilità motorie richieste per la scrittura sono sicuramente maggiori di quanto richiesto per il disegno.
Lo schema corporeo tra dettagli e differenze di genere
A 6 anni un bambino dovrebbe aver già uno schema mentale del proprio corpo più completo, compaiono per esempio collo e mani in fondo alle braccia. Generalmente la figura umana rappresentata è molto lunga e stretta (la lunghezza è solitamente il quadruplo della larghezza).
Compaiono le prime differenze di genere: le bambine sembrano arricchire maggiormente di dettagli i propri disegni, con elementi dello sfondo, altri personaggi, linea della terra...
La maggior presenza di dettagli sembra caratterizzare soprattutto la rappresentazione di figure con cui i bambini hanno un rapporto maggiore.
Movimenti e prospettive
Compare anche l’idea di movimento, cioè di rappresentare i personaggi nell’atto di compiere qualcosa (per esempio: braccia allungate verso un oggetto o un’altra persona).
Anche se la maggior parte delle figure è rappresentata frontalmente (a conferma dell’importanza della simmetria bilaterale: due occhi, due braccia, due mani...), compare nei mesi tra il sesto ed il settimo anno la rappresentazione laterale, di profilo, un elemento non di trascurabile importanza dal punto di vista della padronanza delle competenze spaziali (basti pensare che un neonato sorride ad un volto anche se disegnato, ma non ad un volto umano reale se posto di profilo). Talvolta, però, si può evidenziare la presenza contemporanea, nello stesso disegno, della posizione frontale per alcune parti del corpo, di profilo per altre, entrambi gli occhi volti in avanti che ci guardano, mentre il naso viene disegnato di lato, perché così è più facilmente percettibile.
Il punto di vista dei bambini
I disegni rappresentano ciò che per i bambini assume importanza: questa constatazione non è da intendersi a scopi interpretativi, ma esplicativi rispetto alle modalità grafiche. Non c’è ovviamente una padronanza della prospettiva, per cui i bambini disegneranno sia l’interno che l’esterno di una casa senza considerare divisioni di spazi percettivi. Un esempio può forse aiutare a comprendere meglio, connettendoci alle caratteristiche di pensiero di un bambino di 6 anni: spesso nei disegni si osserva una sorta di effetto trasparenza, per il quale le persone si vedono attraverso i muri delle case, i corpi sotto i vestiti.. il bambino disegna quello che sa. Quando i bambini imparano che gli alberi hanno le radici, tenderanno a disegnarli sempre con le radici anche quando più facilmente capita che esse non siano visibili sopra la superficie del terreno.