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Il film di Tornatore merita di esser visto per tanti motivi… non sveleremo su questo articolo particolari relativi alla trama, questo sia per non rovinare la visione a chi eventualmente volesse ancora vederlo, sia perché a mio avviso i piani di lettura possibili sullo svilupparsi della vicenda sono vari e li lascerei a chi di mestiere fa il critico di cinema.

L’intento è di invece di provare a proporre una lettura da un punto di vista psicologico del film, dei suoi personaggi e delle dinamiche relazionali.

Già dalle primissime scene è chiaro che ci troviamo di fronte ad un protagonista dai chiari tratti ossessivi (i guanti che indossa prima di toccare qualcosa, in tal senso, ne sono un indizio macroscopico)… anche il nome, “Virgin”, è un riferimento ad uno dei tratti ricorrenti dei contesti ossessivi (la purezza, l’astinenza dai piaceri…).

Virgin è anche un narcisista molto probabilmente, ma colpisce la tendenza al controllo finalizzata ad evitare ogni tipo di perdita e al ricavo del massimo del profitto.

Le caratteristiche del contesto ossessivo

Torniamo quindi al contesto ossessivo, ma occorre fare una parentesi clinica che permetta una comprensione del protagonista:

nei contesti ossessivi possiamo avere persone che potremmo chiamare “goderecce”, cioè che si lasciano andare alle passioni, all’autorealizzazione… spesso sono “incontinenti” dal punto di vista emotivo e passionale (non di rado si possono avere anche persone violente, alcoliste, con difficoltà nel controllo degli impulsi, traditori seriali).

Oppure, al versante opposto, abbiamo gli astinenti, coloro che appunto vivono in modo molto coartato, controllato, nel quale il dovere è l’imperativo categorico e le passioni sono evitate.

Il disprezzo che Virgin ha per gli altri è anche un modo per tenere le distanze dalle relazioni… col tenore di vita di cui dispone potrebbe essere un festaiolo come il protagonista de “La Grande Bellezza”, e invece si ritira nella sua casa lussuosa in compagnia dei suoi quadri.

Appunto: per Virgin le donne non sono mai state interessanti.. se non altro quelle in carne e ossa (quelle con cui si vivono le emozioni del corpo e i suoi piaceri), perché invece è innamorato (platonicamente, in modo astinente) dai ritratti di donna che colleziona e accumula (appunto, ossessivo…) nelle sue gallerie d’arte pregiatissime.

Sarà una donna vera a mettere in crisi questo equilibrio. Una donna vera, molto più giovane di lui, al punto che potrebbe essere almeno la figlia dal punto di vista anagrafico… Una donna che richiede attenzioni, che va curata, che fugge … una donna che con la dimensione del controllo poco ci azzecca insomma…  e, questo sì invece che è coerente col protagonista, diventa un’ossessione.

Ora, il film a livello psicologico pone diversi interrogativi; quello che è più coerente con il taglio che abbiamo dato è, a mio modo di vedere, il seguente: è necessario aumentare sempre di più il controllo sulle situazioni o rassegnarsi al fatto che è impossibile mantenerlo?

E, infine, Virgin… ha perso tutto o ha guadagnato il contatto con le sue emozioni?

A ognuno di voi l’ardua sentenza

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