gemelli: risorsa o svantaggio

essere gemelli: un potenziale svantaggio o una risorsa inesplorata?

Forse perchè influenzate dai risultati in campo medico, anche le ricerche in psicologia che si sono occupate di capire le differenze tra gemelli e non gemelli (i così detti nati singoli) hanno sempre considerato la condizione gemellare un fattore di rischio che renderebbe i gemelli, e in particolare quelli monozigoti, più vulnerabili a ritardi nello sviluppo cognitivo e all’insorgenza di psicopatologie (Gau, Silberg, Ericson, & Hewitt, 1992; Gjone & Novik, 1995; Levy, Hay, McLaughlin, Wood, & Waldman, 1996; Lytton, Watts, & Dunn, 1987; Simonoff, 1992):

secondo alcuni autori i possibili svantaggi legati alla gemellarità non dovrebbero essere ricondotti alle precarie condizioni di salute dei bambini, quanto alle peculiari caratteristiche del contesto relazionale in cui i gemelli crescono... in particolare, c'è la presenza di un coetaneo con gli stessi bisogni, con lo stesso aspetto fisico e con il quale si è costretti a condividere la cura e le attenzioni delle figure di riferimento (Thorpe, 2003).

La complessità che contraddistingue la condizione gemellare non dovrebbe però essere necessariamente considerata uno svantaggio: rispetto ai nati singoli infatti, i gemelli dispongono fin dalla nascita di una relazione impareggiabile per intensità e vicinanza emotiva, che permette loro di non sentirsi mai soli e gli dà la possibilità di avere accesso a contesti interattivi e conversazionali multipli e qualitativamente diversi da quelli sperimentati da normali fratelli (Neyer, 2002). Nei prossimi articoli cercheremo di approfondire meglio quali limiti e quali risorse sono tipici della gemellarità.

Riferimenti bibliografici

Akermann, B. A., & Fischbein, S. (1991). Twins: are they at risk? Acta Geneticae Medicae et Gemellologiae, 40, 29-40.

Gau, J. S., Silberg, J. L., Ericson, M. T., & Hewitt, J. K. (1992). Childhood behavior problems: a comparison of twin and non-twin samples. Acta Geneticae Medicae et Gemellologiae, 41, 53-63.

Gjone, H., & Novik, T. S. (1995). Parental ratings of behavior problems: a twin and general population comparison. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 36, 1213-1224.

Istituto Superiore di Sanità (2009). Primo Convegno Nazionale: I gemelli in età pediatrica: Epidemiologia, clinica e psicologia. Roma.

Levy, F., Hay, D., McLaughlin, M., Wood, C., & Waldman, I. (1996). Twin-sibling differences in parental reports of ADHD, speech, reading and behavior problems. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 37,569-578.

Lytton, H., Watts, D., & Dunn, B., E. (1987). Twin-singleton differences in verbal ability: where do they stem from? Intelligence, 11, 359-369.

Neyer, F. J. (2002a). Twin relationships in old age: a developmental perspective. Journal of Social and Personal Relationship, 19, 155 -177.

Simonoff, E. (1992). A comparison of twins and singletons with child psychiatric disorders: an item sheet study. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 33, 1319-1332.

Thorpe, K. (2003). Twins and friendships. Twin research, 6, 532-535.

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