Fallimento scolastico in adolescenza: continuare gli studi o ritirarsi?
Il tema della scuola è uno dei principali argomenti di scontro tra genitori e figli, soprattutto in fase adolescenziale.
Non a caso, tra gli oltre trecento articoli pubblicati fino a febbraio 2017 sul sito Psicologo Melzo e Psicologo Novate, il più letto di tutti è “mio figlio è stato bocciato, come faccio?" ad indicare non solo l’importanza di cui il tema è rivestito, ma anche della prevalenza delle preoccupazioni genitoriali rispetto a quelle vissute dai figli.
In un altro articolo avevamo tratteggiato alcuni scenari alla base delle incomprensioni e alcune altre visioni possibili per uscire dal conflitto dopo una bocciatura.
Oltre l'età dell'obbligo scolastico
La vicenda quando riguarda adolescenti oltre l’età dell’obbligo scolastico può assumere significati differenti.
Uno scenario abbastanza tipico è caratterizzato da genitori che si preoccupano per il futuro lavorativo del figlio o della figlia, mentre l’adolescente non pare problematizzare affatto il futuro, vive nel “qui ed ora”, il che rappresenta una prima variabile determinante nel conflitto genitori – figli, con questi ultimi che non si sentono capiti e i primi che.. anche.
Alcuni parametri di valutazione
Una variabile utile da considerare è la differenza tra l’attuale crisi di rendimento e il curriculum degli anni precedenti:
- se l’andamento è sempre stato buono, probabilmente il calo può essere motivato da problemi di adattamento al nuovo contesto (sottovalutazione del nuovo corso di studi, sua effettiva complessità troppo elevata, difficoltà relazionali con compagni e/o docenti);
- se il profitto è sempre stato un punto dolente nella carriera scolastica del ragazzo/a, è possibile che la volontà di abbandonare gli studi sia motivata da una reale richiesta di autonomia con un pensiero all’inserimento al mondo del lavoro;
- diventa però molto importante cercare di capire se vi sono reali aspettative o motivazioni rispetto alla volontà di provare a reperire ed impegnarsi in un’attività lavorativa (presumibilmente inizialmente anche se poco remunerativa);
- vi sono scuole di formazione professionale fondate su una reale alternanza scuola/lavoro, soluzione che potrebbe rappresentare un compromesso stimolante.
Diversamente, credo importante non rendere le vicissitudini scolastiche/lavorative gli unici marcatori della relazione genitori-figli, dinamica che porterebbe ad una cristallizzazione dei rapporti e ad un escalation delle tensioni.
Forse, per i genitori, può esser utile ricordare che l’adolescenza si caratterizza anche per il bisogno di sperimentazione: non è detto che un abbandono scolastico non possa portare negli anni seguenti alla scelta di riprendere e completare i percorsi di studio in contesto serale