Lavorando nello studio di psicologo a Melzo e Novate con famiglie e genitori di bambini di asili nidi, scuole materne ed elementari, mi sono spesso trovato ad affrontare la tematica della gelosia tra fratelli. In questi articoli cerchermo di approfondire questo sentimento che poi spesso ricompare anche nella vita adulta, capendone i motivi che ne stanno all'origine, come superarla e.. imparando che tutto sommato un po' di gelosia oltre che normale è anche necessaria.
Abbiamo riservato un articolo specifico per quel che riguarda le capacità grafiche e lo sviluppo del disegno nei bambini di tre anni, al momento in cui si registra l'ingresso alla scuola materna, proprio per le peculiarità di quella fase di età e di quel momento che spesso (ad eccezione di chi ha frequentato l'asilo nido) coincide con l'ingresso in comunità.
Importante è il passaggio di cui ci occupiamo in questo articolo di Psicologo Melzo e Psicologo Novate, cioè nella transizione dai 3 ai 4 anni, perchè segna il superamento della fase dello scarabocchio e l'inizio dello stadio preschematico.
Quel che caratterizza il disegno di un bambino di 4 anni è il superamento della fase dello scarabocchio, perché quanto disegnato inizia ad assumere organicità e significato comprensibili anche agli occhi di un osservatore adulto: dallo scarabocchio si passa alla fase figurativa, che prevede anche figure geometriche concentriche. Lo "stadio preschematico”, che si completa con i 6 anni di età, è caratterizzato dai tentativi di rappresentazione grafica in cui il bambino manifesta la consapevolezza di realizzare forme e aspetti della realtà circostante.
In questo periodo, il tempo che un bambino può dedicare al disegno arriva anche ai 30 minuti.
È in questa fase che emergono in modo più comprensibile anche agli adulti le prime schematiche forme di figura umana, che compare inizialmente in un modo trasversale ai bambini di diverse culture: i bambini iniziano a raffigurare la figura umana ovvero un cerchio (la testa) da cui partono dei raggi (ovvero gambe e braccia), disegnando quello che viene chiamato omino cefalopode, o tadpole (girino),... più conosciuto col più affettuoso e simpatico “omino testone”.
La figura umana si arricchisce presto di altri particolari, in primis gli occhi (spesso sovradimensionati) e poi bocca a naso: il volto rimane la parte prevalente dell’omino e quella su cui i bambini investono più tempo.
Gli arti col tempo vengono collocati sempre più in modo preciso, ma è solo verso i 7 anni che avviene il consolidamento dello schema rappresentativo della figura umana.
Nel mentre, prima del quinto anno, iniziano ad essere disegnati anche abbozzi di tronco (talvolta compare anche l’ombelico).
Nel corso del quinto anno di età, l’omino rappresentato dai bambini è sempre più simile alla figura umana: rappresentato quasi esclusivamente in posizione verticale, gli arti vengono farti partire dal tronco, la rappresentazione si arricchisce di altri particolari nel volto, quali naso e bocca. Le orecchie, solitamente tra gli ultimi dettagli, inizialmente vengono sovradimensionate (il gusto della scoperta...), il tronco si allunga progressivamente fino a ricoprire un’area maggiore di quella della testa. Le mani solitamente sono molto più estese rispetto ai piedi, anche perché per i bambini sono lo strumento per elezione di esplorazione e conoscenza dell’ambiente.
A cinque anni, oltre ad aver raggiungo la competenza di riprodurre una figura umana molto riconoscibile, iniziano a comparire figure umane, case e alberi, terra, cielo, nuvole
L’uso del colore può essere ancora slegato dalla corrispondenza cromatica della realtà: anche se in certi disegni esso può essere molto aderente al vero, in altri può non esserlo, ma è normale ed è bene che l’adulto NON CORREGGA tali scelte: dalla possibilità per un bambino di esser lasciato libero nella manifestazione dei colori passa la possibilità di sperimentare se stesso, l’ambiente e i criteri di verosomiglianza tra rappresentazione e realtà.
Anche nelle età precedenti l’uso delle tempere a dita è molto utile per questioni legate all’integrazione dei sensi, alla motricità, alla sperimentazione tattile.
A questa età invece le tempere possono diventare un’esperienza molto più affine all’attività grafica più propriamente detta (o meglio, più vicina al senso di come noi adulti la intendiamo).
È bene però fornire dei fogli grandi (45x60 cm) per permettere di sperimentare il tratto, la scorrevolezza del materiale