Psicologia ed Ecologia

Siamo tutti al corrente che l’inquinamento sta avvelenando in modo sempre più impressionante la Terra ed i suoi abitanti, noi inclusi (e ci mancherebbe, dato che siamo gli artefici del problema).

Industrie, gas di scarico, sostanze tossiche, rifiuti… effetto serra, buco nell’ozono, disboscamenti, alluvioni… termini che ben conosciamo e su cui si potrebbe intervenire per modificare la situazione.

Eppure si fatica incredibilmente a correggere il comportamento umano: colpa della diffusione della responsabilità? Anche, ma non solo.

Nel 2003 è nata la psicologia della conservazione, cioè una branca della psicologia che dovrebbe studiare i rapporti tra Uomo e Natura.

Personalmente mi sento di dire che l’approccio sistemico, a cui faccio riferimento come psicologo e psicoterapeuta, è nato negli anni ’60 proprio con questa ottica. Non a caso, il testo di riferimento dell’approccio sistemico-relazionale, scritto da Gregory Bateson, si intitola “Verso un’ecologia della mente”: così come non è possibile considerare un comportamento slegato dalle relazioni in cui la persona che lo agisce è inserita, allo stesso tempo non è possibile non considerare gli effetti che ogni azione genera su tutto l’ambiente.

Da un punto di vista sistemico, si coglie molto bene come anche le azioni o i comportamenti “positivi”, possono avere effetti che si ripercuotono in modo negativo su altri livelli del sistema.

Facciamo due esempi concreti ed attuali:

  • lo sviluppo tecnologico ha sicuramente comportato una qualità della vita migliore rispetto al passato su tanti aspetti: per esempio, ora è possibile conservare i cibi a lungo grazie alle confezioni apposite (oltre che ai conservanti chimici), ma questo comporta un aumento della produzione di rifiuti, che ora stanno per stritolare molte città (non solo Napoli e dintorni) e falde acquifere.
  • Oppure: l’iniziativa dell’ ice bucket challenge a favore della raccolta fondi per la Sla che tanto successo ha avuto nei mesi dell’estate 2014, è stata sicuramente utilissima per raccogliere soldi a favore della ricerca, ma ha comportato in molte zone della California delle crisi idriche legate all’ingente consumo di acqua che moltissime persone utilizzavano per riempire i secchi con cui si docciavano.

Detto questo, qual è l’obiettivo della psicologia della conservazione, o psicologia dell’ambiente? La finalità di questo settore della psicologia è comprendere come promuovere comportamenti più ecosostenibili, attraverso quattro aree (le quatto “i”):

  1. informazione
  2. identità
  3. istituzioni
  4. incentivi

Nei prossimi articoli esamineremo ognuna delle 4 aree per comprendere meglio i meccanismi psicologici alla base del comportamento ambientale.

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