Meglio essere mancini o destrimani?

Come si diventa mancini o destrimani? L'importanza della lateralizzazione

Diversi modi di essere mancini

La parola “mancino” è totalmente di uso comune, ed indica la preferenza dell’uso del lato sinistro del corpo per compiere movimenti e gesti sia volontari che automatici: statisticamente sembra un carattere appartenente a circa il 10% della popolazione,
Non tutti i mancini condividono le stesse caratteristiche: una prima grande distinzione è da operare tra il mancinismo spontaneo, tipico cioè di chi da subito pare avere una preferenza per l’uso della parte sinistra del corpo, dal mancinismo acquisito (o secondario), tipico di destrimani che per lesioni dell’emisfero sinistro (quello da loro più utilizzato) devono compensare con l’utilizzo dell’altro lato del corpo.
Un’altra differenza, di tipo funzionale, è tracciabile tra mancini “puri” e “misti”: mentre i primi esprimono una preferenza per tutto il lato sinistro, i “misti” possono avere in alcune parti una dominanza del lato destro (per esempio: c’è chi scrive con la mano sinistra, ma calcia col piede destro, o nell’occhio dominante che può non esser il sinistro...)

Come capire se un bambino è mancino?

Prima che un bambino inizi la scuola, ci sono indicatori che permettono di individuare quale lato del corpo prediliga utilizzare... così come è possibile ricavarlo osservando le persone senza dover aspettare che impugnino una penna per scrivere.
Si può osservare per esempio quale mano viene utilizzata per prendere un oggetto, o quale piede si utilizza per tirare un calcio ad una palla, o se preferisce un occhio (il sinistro) rispetto all’altro per guardare da un “cannocchiale” (anche un foglio di carta arrotolato)

Quando un bambino si definisce come mancino o destrimano?

Essere mancini o destrimani ha a che fare con la “lateralizzazione”, ovvero il processo attraverso cui uno dei due emisferi (sinistro e destro) del cervello assume una dominanza di funzionamento rispetto all’altro.
La dominanza di un emisfero coincide con la prevalenza della metà laterale del corpo opposto: chi utilizza prevalentemente la parte destra del corpo ha una dominanza emisferica sinistra, mentre chi è mancino ha una dominanza emisferica destra.

La lateralizzazione

Il processo di lateralizzazione avviene a pochi mesi di vita (4-5, in corrispondenza di uno sviluppo neurologico), ma si consolida durante gli anni della scuola materna, ma si completa verso i 7-8 anni, quando subentra anche la consapevolezza della preferenza per l’utilizzo di alcune parti del corpo: i tempi di sviluppo sono molto variabili, anche perché non è connessa semplicemente al sommarsi delle conoscenze apprese col tempo, ma, soprattutto, ad un’integrazione delle funzioni che qualitativamente si differenziano dalle fasi precedenti.

È meglio esser mancini o destrimani?

L’unica differenza, non sempre di poco conto, tra essere mancini o destrimani è il fatto che i contesti sono costruiti prevalentemente per persone destrimane, quindi ai mancini è richiesto uno sforzo di adattamento maggiore. Non è un problema individuale, ma di relazione con il contesto: per un guidatore inglese, per esempio, per cambiare marcia si utilizza la mano sinistra, non la destra, per il diverso sistema di guida.
Il problema è quindi culturale, non personale: questo però può determinare una maggior difficoltà di lateralizzazione a causa delle possibili difficoltà di adattamento al contesto, che, anche purtroppo per alcuni interventi degli adulti, possono portare alla “correzione” del mancinismo.. Spesso si vedono quindi bambini che utilizzano la destra per le attività più culturalizzate (scrivere, mangiare...), mentre per attività spontanee (prendere un oggetto, lanciare una palla...) utilizzano la sinistra.

Perchè è importante essere "lateralizzati"?

Ciò che è importante non è essere destrimani o mancini, né essere “puri” (cioè prevalenza di tutta la parte del corpo: occhio, mano, piede) o “Misti”, ma esser ben definito, in modo che davanti ad un compito non occorra “perder” tempo e risorse per capire come approcciarsi.
Sembra una banalità, ma in realtà, la lateralizzazione è strettamente connessa all’equilibrio, alla precisione, alla coordinazione oculo manuale e anche per le capacità di letto-scrittura (invertire le lettere, facendo magari la P con la pancia verso sinistra, è connesso a problemi di lateralizzazione) e anche nel calcolo (il saper mettere in colonna, collocare i numeri a "destra" o "sinistra" -appunto- rispetto alla virgola).

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