Internet, social network e adolescenti

Adolescenti e internet, tra manie e patologie

L’Osservatorio Nazionale Adolescenza ha reso disponibile nel gennaio 2017 alcuni dati relativi al rapporto tra adolescenti e internet in base ad una ricerca condotta su oltre 8.000 ragazzi di circa 18 regioni italiane

I dati di una ricerca nazionale in Italia, 2017

Quanto si sta connessi?

  • il 98% dei ragazzi tra i 14 ed i 19 anni possiede uno smartphone, ricevuto spesso prima dei 10 anni di età.
  • Questo dato appare importante per comprendere come ormai lo smartphone sia un oggetto strettamente connesso alla normalità, che da concetto statistico diventa (anche) in questo caso un potente marcatore di appartenenza al gruppo: se non hai un cellulare sei inevitabilmente escluso da un’enorme quantità di relazioni e di messaggi (vedi gruppi whatsapp, comunicazioni, condivisione di contenuti...)
  • La metà dei ragazzi coinvolti nella ricerca ha dichiarato di trascorrere 3-6 ore del tempo pomeridiano (dopo la scuola) con il telefono. Il 16% tra le 7 e le 10 ore, limite superato da un decimo dei ragazzi intervistati. Il 63% dei ragazzi ammette di utilizzare normalmente il telefono anche durante il tempo scolastico.
  • Sembra quindi che gli adolescenti siano sempre connessi, ed anzi, iperconnessi. Questo dato, unito al precedente, deve far riflettere su come quanto accada in rete sia sostanzialmente fondamentale per i ragazzi, oltre che essere un chiaro segno di quanto il fenomeno sia radicato.
  • Una mole così ingente di ore quotidiane passate sui social implica che vi sia un loro utilizzo anche nelle ore notturne, al punto che si è coniato un termine apposito, “vamping”, col quale si intende l’abitudine dei ragazzi adolescenti di passare talvolta anche tutta la notte in chat o sui social (6 sui 10 ragazzi)

Social network e messaggistica

  • Social network: il 95% degli adolescenti ha almeno un profilo sui social network. Per “almeno” si intende che la maggior parte dei ragazzi dichiara di avere 5-6 profili. Facebook rimane il social network più diffuso (69%), insieme ad Instagram (67%), ma vi sono poi alcuni social più di recente scoperta per i ragazzi e ignote ai genitori, che consentono di essere meno controllati e quindi di poter osare maggiormente, con tutti i rischi che ne derivano. Ben il 14% dei ragazzi ha un profilo finto (dato in aumento rispetto all’11% dell’anno precedente), quindi non noto a genitori e spesso anche ad amici, che si ritiene essere un rischio molto importante nell’essere adescati on line (“grooming”)
  • App di messaggistica istantanea: anche qui il 95% dei ragazzi dichiara di utilizzare almeno 2-3 applicazioni di messaggistica istantanea (tipo Whatsapp, Chat, Messenger...). Il più diffuso è whatsapp (6 sui 10 ragazzi dichiarano di non poterne fare a meno), utilizzato anche durante le lezioni per informazioni, suggerimenti, ma anche nel pomeriggio per scambio di compiti, oltre che per tutta una serie di comunicazioni informali e anche foto e video

Social network e appartenenza

Questi  dati inducono a pensare come sia fondamentale per bisogno di appartenenza al gruppo da parte di un adolescente l’essere inserito in questi circuiti: se qualche decina di anni fa, per un adolescente era considerato irreparabile saltare un’uscita di gruppo (festa, raduno quotidiano..), oggi tale evento si nota anche con un’assenza di qualche ora dalle chat.

Etichettamento diagnostico delle nuove tendenze

Si sono per cui inventate nuove forme di tendenze e di patologie legate a questo mondo virtuale:

  • Si è etichettato con l’acronimo FOMO (Fear Of Missing Out) la paura di essere esclusi dal mondo della compagnia virtuale (e molto reale, allo stesso tempo), con cui si spiega lo stare connessi notte e giorno.
  • Likemania e followermania: sono la tendenza ad essere ossessionati dal numero di apprezzamenti (like) o persone che seguono il proprio profilo (i follower). Questi feedback da parte del popolo e degli amici della rete incide pesantemente sulla propria autostima, autoefficacia e umore. Come implicazione vi è il fatto che spesso la condivisione di foto e contenuti si spinge su variabili profondamente intime (foto e video inclusi).
  • Nomofobia: deriva da “No-mobile-phone”ed è il senso paura e terrore di rimanere senza batteria o campo per la connessione ad internet.
  • Vi sono poi tendenze pericolose che si insidiano in alcune “challenge”, ovvero sfide social che consistono nell’essere “nominati” o “taggati” da altri contatti a fare un qualcosa: si può andare da iniziative innocue (postare canzoni o foto), ad alcune di beneficenza, ma altre sono rischiose, come per esempio la sfida a bere superalcolici in breve tempo o simili, con alti rischi per la salute.
    CI sono anche varianti estetiche (fessura nella pancia o belly shot, bikini bridge, cioè il fatto che il bikini non aderisca completamente alla pelle grazie ad un incavo dato dalla magrezza) che ovviamente accentuano alcune ristrettezze alimentari.
    Anche qui ci sono analogie con comportamenti trasgressivi e di sfida da sempre in voga tra alcuni giovani adolescenti (si pensi al “gioco del pollo” in Gioventù Bruciata), ma internet sembra aver come rischio maggiore l’alta accessibilità a tutte le ore ed in tutti i luoghi, fornendo una sovraesposizione continua.

Nella sezione “social network e risvolti psicologici” potrete trovare altri approfondimenti.

Per il tema internet e adolescenti su Psicologo Melzo e Psicologo Novate abbiamo pubblicato articoli relativi al rapporto genitori-figli ed al problema del cyber-bullismo

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