dentro l'uovo di Pasqua: la psicologia della sorpresa

Uno dei simboli della Pasqua sono le uova e, non solo per i più piccoli, la sorpresa che contengono.

Il diffondersi del rito dell’uovo di Pasqua è così legato alla presenza della sorpresa al punto che una nota multinazionale ha costruito la sua immagine grazie a degli ovetti contenenti sorprese che si commerciano tutto l’anno.

Questo perché la nostra mente, che si crea, costruisce e sviluppa in una stretta relazione agli altri e all’ambiente, è predisposta a cogliere le sorprese, cioè le novità inaspettate.

Come mai la sorpresa ci attrae così tanto?

Non è solo una caratteristica dei bambini, anche noi adulti gradiamo molto le sorprese, non solo nel senso di regali. Pensate a quanto ci colpisce un film o un libro con un finale “a sorpresa”, mentre ci appassiona di meno un finale scontato.

La novità rappresenta uno stimolo che cattura la nostra attenzione, ci colpisce a livello percettivo: per esempio, se pensate alla via in cui abitate o ad un percorso che intraprendete ogni giorno, molto probabilmente non riuscireste a rispondere con precisione a domande quali: “quanti alberi ci sono lungo la via?” “di che colore è il quinto edificio che trovate sulla sinistra uscendo?”.

Eppure, se in questa strada tagliassero un albero, comparisse un ponteggio edile per una casa, lo notereste all’istante. Si tratta dello stesso fenomeno per cui ci accorgiamo di un rumore costante, a cui magari siamo abituati e ci pare di non farci più caso, solamente quando cessa all’improvviso: pensate al ronzio del frigorifero, o di alcuni impianti di riscaldamento per uffici o palestre, allo scalda lunotto dell’auto... ci sembrano così parte dell’ambiente quando sono attivi da qualche minuto, che ce ne accorgiamo solo nel momento in cui si fermano.

La novità, che è l’elemento base dell’effetto sorpresa, è uno stimolo molto interessante per il nostro cervello, che infatti lo sa cogliere subito: s tratta di una caratteristica che ha origini antiche nella storia dell’uomo, fin dai primissimi tempi della sua comparsa sulla terra.

Per gli uomini primitivi era fondamentale comprendere subito se ogni elemento nuovo, inaspettato e sconosciuto, potesse essere qualcosa di minaccioso (un pericolo, un animale da cui fuggire...) o una risorsa (una preda, un elemento da utilizzare a proprio favore...).

Non a caso, l’espressione facciale tipica della sorpresa è caratterizzata dallo spalancarsi di occhi e bocca: gli occhi ben aperti, per aumentare lo spazio del campo visivo e la bocca aperta per facilitare una maggior quantità di aria disponibile per prepararsi ad un’eventuale fuga.

Colpi di scena, comicità e psicoterapia

Siamo dovuti tornare alla preistoria per capire come mai la nostra mente, così interconnessa con l’ambiente circostante, è così abile a cogliere le novità. Eco perché quindi, apprezziamo molto i “colpi di scena” quando assistiamo ad un film, ad uno spettacolo, ma anche perché è proprio il colpo di scena a permettere allo humor di essere divertente: più una battuta è inattesa, più fa ridere proprio perché ci permette di vedere le cose in modo diverso in chiave umoristica.

Anche la psicoterapia funziona in modo simile: grazie al lavoro di psicoterapia le persone possono giungere a percepire (e di conseguenza relazionarsi) in modo differente aspetti di sé, della propria storia e del proprio presente e maturare un punto di vista nuovo, diverso, che le possa rendere in grado di valutare se comportarsi in modo più utile al proprio star meglio.

Un buon intervento di psicoterapia, come un finale a sorpresa di un film thriller, il finale a sorpresa, permette di rivedere l’intera vicenda da un punto di vista completamente diverso. Noi da psicologi ci occupiamo di psicoterapia, ma a parte questa digressione professionale, anche l’arte, la poesia e la pubblicità per esempio funzionano allo stesso modo.

Chi si occupa di marketing però sa che se per essere efficiente il proprio messaggio pubblicitario non deve essere troppo sorprendente: infatti, proprio perché la sorpresa è un qualcosa che inizialmente attiva la nostra mente e il nostro organismo (ricordate l’uomo primitivo che deve capire se si trova davanti ad un pericolo o ad un’opportunità?), un’esposizione costante a elementi sorprendenti diventa stressante, perché sovraccarica le energie psicofisiche.

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