come aiutare i bambini nel linguaggio?

I bambini nascono già predisposti alla conversazione, ma lo sviluppo delle abilità comunicative dipende fortemente dal ruolo degli adulti.

Adulti e neonati

Già quando un bambino è appena nato è predisposto all'interazione e alla conversazione: come abbiamo visto in altri articoli i bambini sono attratti dalla forma del viso umano, per cui, porsi di fronte a lui e parlargli è già un modo per stimolare lo scambio conversazionale. Per esempio, già nella fase della lallazione (6-7 mesi di vita) i bambini imitano il ritmo e la tonalità della voce dell'adulto con cui si rapportano abitualmente.

Ovviamente i segnali comunicativi dei neonati sono ridotti come tipologia, inizialmente non sono intenzionali, ma istintivi:

imparare ad attribuire significato e intenzionalità alla comunicazione è un apprendimento che matura nella relazione

I rischi dell'ansia dei genitori

Talvolta i genitori possono essere in ansia perché temono di non essere capaci di interpretare correttamente il pianto del bambino e i bisogni che esprime. La psicologia ci insegna che uno dei meccanismi di difesa dall'ansia è l'attivismo, ovvero "il fare" : un genitore ansioso e preoccupato di non saper interpretare e gestire il pianto del proprio bambino cercherà di metterlo a tacere nel minor tempo possibile (col cibo solitamente) e prevenirlo, magari dando da mangiare prima che il bambino pianga.

Tale atteggiamento risulta poco utile per due ragioni: il bambino impara che il cibo è una risposta consolatoria e non solo fisiologica, con possibili basi per comportamenti alimentari non sani. Inoltre, il bambino non impara ad esprimere le proprie richieste e a differenziarle, non potendo scoprire la potenza comunicativa dei propri messaggi.

Dialogare col bambino

Dialogare col proprio bambino è il modo migliore per aiutarlo a sviluppare competenze linguistiche e comunicative: è utile raccontare al bambino quanto si sta facendo, nominare gli oggetti, descriverli, preferibilmente intervallando la narrazione con domande ed esclamazioni (perché cambiano ritmo al discorso e tengono viva l'attenzione).
Un esempio potrebbe essere: "Guarda che bella questa palla! È gialla! Senti come è morbida, vedi come rotola?"

Non soffermarsi a correggere gli errori

I bambini iniziano a parlare compiendo diversi errori di pronuncia e/o grammaticali: per aiutarli a migliorare è meglio non soffermarsi per correggere le singole parole invitandoli a ripeterle... Questo perché così facendo si inibisce la spontaneità della conversazione (rendendola non piacevole e quindi il bambino la interrompe) ed inoltre a lungo andare potrebbe generare frustrazione nel bambino.
Più utile è invece continuare a parlargli per abituarlo ad apprendere e riprodurre i suoni nel modo più corretto.

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